LA “CATACOMBA” DELLO SPIRITO !
di MICHELE
MAROTTA
E’ tempo di
uscire dalle catacombe! Non da quelle reali ma dalla “catacomba” dello spirito.
Viviamo in un tempo nel quale i cristiani ed i cattolici sono ancora una volta
relegati nelle catacombe(in quest’ultimi giorni molti cristiani sono anche
realmente perseguitati in alcuni paesi del mondo),come ai primi tempi del
Cristianesimo.
1.
IL PASSATO.
Dopo l’enciclica
“Rerum Novarum” e l’ingresso dei cattolici italiani in politica, dopo la
nascita del Partito Popolare e la sua trasformazione nel partito della
Democrazia Cristiana che ha governato l’Italia per quasi trent’anni, i
cristiani di religione cattolica svolgono da alcuni anni un ruolo marginale
nella vita politica, sociale e culturale del paese. Questo non è un fatto
negativo in sé, anzi ha avuto e può avere importanti conseguenze positive.
Essersi riconosciuti per lungo tempo in un partito politico di governo e di
potere come la D.C.
di De Gasperi, di Andreotti, di Zaccagnini e di Moro, ha rappresentato per i
cattolici italiani un importante fattore di aggregazione, di coaptazione, di
collateralismo ed anche di riconoscimento religioso e culturale, che ha però
comportato da una parte un positivo sforzo di separazione fra “adesione
religiosa individuale” e “impostazione laica dello Stato”, ben evidenziato dai
più lucidi esponenti politici come Giulio Andreotti e dall’altra un generale
affievolimento delle ragioni e dei principi di etica e di pratica squisitamente
religiosa, che è andato aumentando con l’aumento del consenso e la perdita dei
valori originari. Quando la D.C.,
insieme agli altri partiti politici di governo, soprattutto il P.S.I. craxiano,
sono scomparsi dalla scena politica italiana, sotto i colpi dell’inchiesta
“Mani pulite”, cedendo il posto al movimento berlusconiano di Forza Italia, i
cattolici italiani(ma non gli esponenti politici cattolici del momento che
hanno ricercato e trovato una diversa collocazione di partito) sono tornati(“metaforicamente”)a
vivere nelle “catacombe”, hanno cioè preferito, pur costituendo ancora un
elemento vitale della società italiana, riscoprire le ragioni di un ritrovato
candore nell’isolamento e nella diaspora. Quando parlo quindi di “catacombe”
non mi riferisco certo ad una dimensione spaziale simile a quella della chiesa
sotterranea delle origini, ma ad una dimensione spirituale, molto simile invece
a quella che portò cattolici ed antifascisti a ritirarsi, negli anni venti,
sull’Aventino, consentendo così il consolidamento del fascismo. Ormai da più di
un decennio i cattolici italiani sono nelle condizioni di non avere più un solo
ed unico punto di riferimento politico, come dagli anni cinquanta agli anni
novanta, ma di averne più di uno, estremamente dispersi ed irrilevanti, in più
partiti ed osservatori politici, sociali, economici e culturali e subendo
altresì in occasione di qualsiasi tentativo e qualsiasi proposta di
ricostituzione che vengono avanzati l’attacco di voler tornare alla situazione
di un unico grande partito politico e di voler tornare all’integralismo degli
anni del dopoguerra e della ricomposizione, in senso dispregiativo, della
“balena bianca”.
2.IL
PRESENTE.
La realtà è sempre diversa da quella che opportunisticamente può essere
descritta o solo paventata, non solo dai partiti politici che sono in auge,
interessati a garantirsi lo “status quo”, ma anche dalla stampa “neoliberale”.I Cattolici del
Duemila, rappresentati a livello ecumenico, dalla Chiesa Cattolica ed in particolare dai Papi Giovanni Paolo II
e Benedetto XVI, vivono una realtà di condivisione religiosa, più forte e più
autentica del passato, che stenta però a farsi sentire, che sembra preoccupata
di non urtare la suscettibilità del potere e talvolta, anche se in minima
parte, é anche intrisa di un desiderio di ascolto e di accettazione di stampo
integralistico che non avrebbe più alcun senso a far riaffiorare. Tutto ciò
costituisce un forte ostacolo ad una testimonianza luminosa, aperta e leggera
della propria fede, impedita da una situazione di oscurità, di silenzio e di
peso. Questa situazione che il cittadino italiano, cristiano e cattolico del
Duemila, avverte, rappresenta metaforicamente la “catacomba”del proprio
spirito. Sembra quasi che i cristiani vivano in tale situazione, come vissero
ai primi tempi del Cristianesimo, senza opporre alcuna resistenza e forse
preferendo, come allora, il martirio di fronte alla ineluttabilità della
realtà. E’ questa una forma di difesa che non è però assimilabile alla
persecuzione dei primi cristiani, ma ha più il sapore di una ignavia
“autolesionistica” e che quasi si compiace della sua sofferenza. E’tempo invece
che i cristiani e i cattolici del Duemila escano dalle “catacombe”, nel senso
di uscire ciascuno di essi dalla propria “catacomba” nella quale hanno scelto
di vivere, talvolta estraniandosi dal mondo, taluni pensando ad una realtà
sociale, politica ed economica che “sporca le mani”e con la quale non si vuole
più avere niente a che fare. Questo non significa che il mondo cattolico
italiano debba ritornare a commettere gli errori del passato, né che debba
riscoprire le ragioni di un integralismo religioso e culturale che alza
steccati verso le altre religioni, tantomeno che debba a tutti i costi serrare
le fila per una crociata del pensiero cattolico ed occidentale, come in questi
ultimi anni è stato fatto, anche da parte di personalità prestigiose ed
importanti. Oriana Fallaci, della quale ricordiamo gli indiscussi meriti
culturali, ha sostenuto qualcosa di simile, pur non essendo di fede cattolica,
ma dichiarandosi apertamente “atea”ed insieme antislamista e filo-occidentale.
Ritengo che il pensiero cristiano e cattolico deve ascoltare e farsi ascoltare,
ma non può interessatamente tacere, di fronte alla realtà deve “gridare” la sua
“diversità” e far rispettare le “diversità”, tutte le diversità, nessuna
esclusa, compresa quella della “omosessualità”, nel rispetto della persona
umana, nella salvaguardia del valore supremo della Famiglia, nella riservatezza da garantire alla propria
condizione, senza dare scandalo, senza alcun dileggio e ludibrio, amando tutti
come fratelli nell’unico Dio, con gli omosessuali così come con le prostitute,
con i malati di mente, con i disabili, con gli immigrati, con i rifugiati, con
i carcerati, con i poveri.
(Continua………..)
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